a. Riduzione delle capacità psicoattidudinali, in particolare del livello di stimolazione nervosa e della coordinazione neuro-motoria.


b. Conseguente aumento del costo energetico del gesto atletico.


c. Alterazione della frequenza cardiaca di base (che si abbassa), della concentrazione di glicogeno nei muscoli, della forza muscolare.


d. Effetti psicologici, come occasionali perdite d’attenzione, considerate come piccole crisi di sonno (micro-sleep) della durata di pochi secondi.


Cosa si deve dedurre da queste parziali indicazioni?

Prima di tutto sarebbe il caso di recuperare il riposo perso.

Dal punto di vista del gesto atletico, considerato lo scadimento delle capacità neuro-motorie, l’accorgimento più opportuno sarebbe evitare prestazioni o gare che richiedano elevati livelli d’attenzione, prontezza di riflessi esasperata, velocità di movimenti, e preferire situazioni nelle quali i gesti siano semplici, eseguiti a bassa velocità e che non rischino di mettere lo sportivo in condizioni di pericolo.

Vanno bene, per esempio, le attività di sviluppo della fitness cardiovascolare, mentre meno consigliabili sono i lavori con i pesi o macchine per lo sviluppo del tono-trofismo muscolare, soprattutto per la minore efficacia che produrrebbero